Il canto è da sempre la mia passione.
La musica è un’arte senza confini,
mi ha insegnato a sentirmi parte del mondo.
M’Barka ha 53 anni ed è originaria della Tunisia, dove era una studentessa e cantava nel coro della scuola. La prima persona della famiglia ad arrivare in Italia è stato suo fratello. M’Barka e la madre lo hanno raggiunto poco dopo.
“M’Barka significa ‘Benedetta’.
Dalla Tunisia sono arrivata in Italia con la mia famiglia nel 1987.”
M’Barka ha 53 anni ed è originaria della Tunisia, dove era una studentessa e cantava nel coro della scuola. La prima persona della famiglia ad arrivare in Italia è stato suo fratello. M’Barka e la madre lo hanno raggiunto poco dopo.
“M’Barka significa ‘Benedetta’.
Dalla Tunisia sono arrivata in Italia con la mia famiglia nel 1987.”
M’Barka arriva in nave a Genova insieme a sua madre. Da lì, si spostano a Milano dove il fratello lavorava come intagliatore di pelle. L’impatto con Milano non entusiasma M’Barka e non appena il fratello riceve una proposta di lavoro a Napoli si spostano tutti e tre in Campania.
“Sono arrivata prima a Genova, poi a Milano e infine a Napoli.
Il mio sogno, come quello di tutti i giovani - di ieri e di oggi - era di diventare famosa.”
M’Barka arriva in nave a Genova insieme a sua madre. Da lì, si spostano a Milano dove il fratello lavorava come intagliatore di pelle. L’impatto con Milano non entusiasma M’Barka e non appena il fratello riceve una proposta di lavoro a Napoli si spostano tutti e tre in Campania.
“Sono arrivata prima a Genova, poi a Milano e infine a Napoli.
Il mio sogno, come quello di tutti i giovani - di ieri e di oggi - era di diventare famosa.”
Napoli, con la sua capacità di accogliere da sempre popolazioni diverse - gli arabi, i francesi, i tedeschi, gli americani - è la città in cui M’Barka si sente come a Tunisi. A casa.
È così entusiasta di Napoli che ne è completamente innamorata.
“Napoli è la città che ha ‘abbracciato’ tanti popoli diversi.
Quando cammino per i vicoli mi sembra di essere a Tunisi, nella capitale.”
Napoli, con la sua capacità di accogliere da sempre popolazioni diverse - gli arabi, i francesi, i tedeschi, gli americani - è la città in cui M’Barka si sente come a Tunisi. A casa.
È così entusiasta di Napoli che ne è completamente innamorata.
“Napoli è la città che ha ‘abbracciato’ tanti popoli diversi.
Quando cammino per i vicoli mi sembra di essere a Tunisi, nella capitale.”
La passione per la musica e il canto è il fil rouge della vita di M’Barka. È tutto per lei.
“La musica per me è tutto.
È come una cultura, dove non esistono colori o frontiere. Non ha bisogno di un’interprete e il primo impatto è quello che ti trasmette.
La musica è liberta.”
La passione per la musica e il canto è il
fil rouge della vita di M’Barka.
È tutto per lei.
“La musica per me è tutto.
È come una cultura, dove non esistono colori o frontiere. Non ha bisogno di un’interprete e il primo impatto è quello che ti trasmette.
La musica è liberta.”
M’Barka ha sempre lavorato tanto: all’inizio faceva la parrucchiera e l’estetista insieme a sua sorella, la ragazza immagine in discoteca, non trascurando mai i concerti e la musica a suonare live in vari locali della città.
“Ho sempre lavorato tanto nella mia vita, senza mai mettere da parte la musica.”
M’Barka ha sempre lavorato tanto: all’inizio faceva la parrucchiera e l’estetista insieme a sua sorella, la ragazza immagine in discoteca, non trascurando mai i concerti e la musica a suonare live in vari locali della città.
“Ho sempre lavorato tanto nella mia vita, senza mai mettere da parte la musica.”
Dopo l’esibizione in un locale, M’Barka conosce due grandi della musica italiana, Tony Esposito e Eugenio Bennato. Da lì inizia la sua carriera musicale come corista del gruppo di Bennato. Per anni M’Barka gira il mondo, calcando la scena su palchi italiani e internazionali.
“Un giorno ho conosciuto Tony Esposito e Eugenio Bennato.”
Dopo l’esibizione in un locale, M’Barka conosce due grandi della musica italiana, Tony Esposito e Eugenio Bennato. Da lì inizia la sua carriera musicale come corista del gruppo di Bennato. Per anni M’Barka gira il mondo, calcando la scena su palchi italiani e internazionali.
“Un giorno ho conosciuto Tony Esposito e Eugenio Bennato.”
In quel periodo di grande visibilità, M’Barka decide che è arrivato il momento di ‘camminare da sola’ e sceglie di provare la strada della solista. Nel 2005 esce il suo primo disco “Alto calore”. La “darbuka” è lo strumento musicale a percussione che ha da sempre caratterizzato la musica di M’Barka, con il suo mix di suoni arabeggianti e napoletani, capaci di catturare il pubblico.
“Nel 2005 è uscito il mio primo disco e ho iniziato a camminare da sola.
La ‘darbuka’ unisce i suoni arabi a quelli napoletani: è lo strumento giusto per me.”
In quel periodo di grande visibilità, M’Barka decide che è arrivato il momento di ‘camminare da sola’ e sceglie di provare la strada della solista. Nel 2005 esce il suo primo disco “Alto calore”. La “darbuka” è lo strumento musicale a percussione che ha da sempre caratterizzato la musica di M’Barka, con il suo mix di suoni arabeggianti e napoletani, capaci di catturare il pubblico.
“Nel 2005 è uscito il mio primo disco e ho iniziato a camminare da sola.
La ‘darbuka’ unisce i suoni arabi a quelli napoletani: è lo strumento giusto per me.”
A Napoli M’Barka costruisce legami e amicizie profonde. Alcuni sono per lei un trampolino di lancio per la sua carriera, come Federico, critico musicale, che l’ha supportata spesso nella nascita di nuove collaborazioni. Tutte queste relazioni si sono poi trasformate in quel volano che ha contribuito all’integrazione sociale di M’Barka. Questa è la vera chiave dell’integrazione per M’Barka: aprirsi agli altri e nutrire l’incontro fra persone e popoli.
“I miei migliori amici sono a Napoli.
L’integrazione per me significa darsi fiducia, farsi conoscere.”
A Napoli M’Barka costruisce legami e amicizie profonde. Alcuni sono per lei un trampolino di lancio per la sua carriera, come Federico, critico musicale, che l’ha supportata spesso nella nascita di nuove collaborazioni. Tutte queste relazioni si sono poi trasformate in quel volano che ha contribuito all’integrazione sociale di M’Barka. Questa è la vera chiave dell’integrazione per M’Barka: aprirsi agli altri e nutrire l’incontro fra persone e popoli.
“I miei migliori amici sono a Napoli.
L’integrazione per me significa darsi fiducia, farsi conoscere.”
Ancora oggi M’Barka frequenta la sala di registrazione di Roberto, musicista e amico che ha conosciuto proprio grazie all’ambiente artistico e che le ha permesso di conoscere tante persone del mondo della musica.
“Lo scambio culturale che ho avuto con le persone che ho incontrato - come Roberto - è stata la chiave del mio successo.”
Ancora oggi M’Barka frequenta la sala di registrazione di Roberto, musicista e amico che ha conosciuto proprio grazie all’ambiente artistico e che le ha permesso di conoscere tante persone del mondo della musica.
“Lo scambio culturale che ho avuto con le persone che ho incontrato - come Roberto - è stata la chiave del mio successo.”
Dopo il ritorno del fratello in Tunisia e la morte della madre, avvenuta 4 anni fa, oggi M’Barka vive a Napoli con la sorella e il figlio di 18 anni. La forza che esprime quando la si ascolta cantare lascia trasparire tutta la sua determinazione e la sua energia, quella di una donna che ha saputo farsi da sola, un’artista che ha seguito la musica adattandosi alla città che la accolta e al suo tessuto sociale.
“Si lascia la propria terra per migliorarsi, per trovare altrove qualcosa di meglio di quello che lasci, ed è quello che è successo a me qua a Napoli.”
Dopo il ritorno del fratello in Tunisia e la morte della madre, avvenuta 4 anni fa, oggi M’Barka vive a Napoli con la sorella e il figlio di 18 anni. La forza che esprime quando la si ascolta cantare lascia trasparire tutta la sua determinazione e la sua energia, quella di una donna che ha saputo farsi da sola, un’artista che ha seguito la musica adattandosi alla città che la accolta e al suo tessuto sociale.
“Si lascia la propria terra per migliorarsi, per trovare altrove qualcosa di meglio di quello che lasci, ed è quello che è successo a me qua a Napoli.”
Due anni fa si è fidanzato con una ragazza italiana, conosciuta durante la festa di dottorato di un’amica in comune, e ora convive con lei a Mestre. Sara è giornalista e insegnante di italiano in un CPIA (Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti), dove la maggior parte degli studenti è di origine straniera.