La mia vita è stata piena di imprevisti.
Sognavo di fare il calciatore.
Ho imparato a lottare per i miei diritti occupandomi di quelli degli altri.
La mia vita è stata piena di imprevisti.
Sognavo di fare il calciatore.
Ho imparato a lottare per i miei diritti occupandomi di quelli degli altri.
A 22 anni Mamadou ha lasciato il suo Paese, laCosta D’Avorio. A causa della guerra civile è fuggito in Ghana insieme alla suafamiglia. Quasi tutti i familiari partiti con lui - i genitori, tre fratelli e due sorelle - si sono fermati lì fino a quando, tre anni dopo, hanno potutofare ritorno a casa. Il viaggio di Mamadou invece è proseguito con il cugino.
“Un lungo viaggio.
Il deserto. Il mare.
Ma oggi molte cose sono cambiate.”
A 22 anni Mamadou ha lasciato il suo Paese, la Costa D’Avorio. A causa della guerra civile è fuggito in Ghana insieme alla sua famiglia. Quasi tutti i familiari partiti con lui - i genitori, tre fratelli e due sorelle - si sono fermati lì fino a quando, tre anni dopo, hanno potuto fare ritorno a casa. Il viaggio di Mamadou invece è proseguito con il cugino.
“Un lungo viaggio.
Il deserto. Il mare.
Ma oggi molte cose sono cambiate.”
Dopo essere partito dal Ghana, Mamadou ha attraversato il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto, fino alla Libia, dove ha lavorato tre anni come muratore. Ha raggiunto Lampedusa via mare, viaggiando per diversi giorni su un barcone.
“Dopo tre anni in Libia, sono salito su un gommone e ho raggiunto l’Italia. Sono morte due persone durante la traversata.”
Dopo essere partito dal Ghana, Mamadou ha attraversato il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto, fino alla Libia, dove ha lavorato tre anni come muratore. Ha raggiunto Lampedusa via mare, viaggiando per diversi giorni su un barcone.
“Dopo tre anni in Libia, sono salito su un gommone e ho raggiunto l’Italia. Sono morte due persone durante la traversata.”
La passione di Mamadou è sempre stata lo sport, e in particolare il calcio. Quando era in Costa D’Avorio giocava in una squadra di serie D e, durante i suoi primi mesi nel Centro d’accoglienza di Roma, ha giocato ancora continuando a credere nel suo sogno. Quando la Commissione gli ha negato il permesso di soggiorno ha smesso di crederci. Per la seconda volta.
“Volevo fare il calciatore.
Mi sono ritrovato a lavorare come stagionale nelle campagne del Sud d’Italia.”
La passione di Mamadou è sempre stata lo sport, e in particolare il calcio. Quando era in Costa D’Avorio giocava in una squadra di serie D e, durante i suoi primi mesi nel Centro d’accoglienza di Roma, ha giocato ancora continuando a credere nel suo sogno. Quando la Commissione gli ha negato il permesso di soggiorno ha smesso di crederci. Per la seconda volta.
“Volevo fare il calciatore.
Mi sono ritrovato a lavorare come stagionale nelle campagne del Sud d’Italia.”
Senza permesso, senza documenti, un amico gli ha detto che a Caserta avrebbe potuto trovare lavoro ed è partito. Arrivato a Castel Volturno, come la maggior parte degli stranieri, anche Mamadou andava tutti i giorni alle “rotonde” per cercare lavoro.Raccoglieva patate, tabacco, e d’inverno si spostava in Calabria per la raccolta delle arance.
“Iniziavo ogni mattina alle 5: prendevo la bici e pedalavo per 40/50 minuti, e poi lavoravo senza sosta per 14 ore.
Il salario giornaliero era di 25 euro.”
Senza permesso, senza documenti, un amico gli ha detto che a Caserta avrebbe potuto trovare lavoro ed è partito. Arrivato a Castel Volturno, come la maggior parte degli stranieri, anche Mamadou andava tutti i giorni alle “rotonde” per cercare lavoro. Raccoglieva patate, tabacco, e d’inverno si spostava in Calabria per la raccolta delle arance.
“Iniziavo ogni mattina alle 5: prendevo la bici e pedalavo per 40/50 minuti, e poi lavoravo senza sosta per 14 ore.
Il salario giornaliero era di 25 euro.”
Dopo un po' di tempo che viveva a Caserta ha conosciuto la realtà della Caritas e da lì si sono aperte nuove porte: entrando in contatto con i movimenti di lotta per i diritti dei migranti ha capito che voleva occuparsi di difendere i diritti degli ultimi.
“Partecipavo agli incontri tutti i mercoledì. Seguivo gli interventi, ascoltavo i ragazzi che parlavano e mi interessavo sempre di più.”
Dopo un po' di tempo che viveva a Caserta ha conosciuto la realtà della Caritas e da lì si sono aperte nuove porte: entrando in contatto con i movimenti di lotta per i diritti dei migranti ha capito che voleva occuparsi di difendere i diritti degli ultimi.
“Partecipavo agli incontri tutti i mercoledì.
Seguivo gli interventi, ascoltavo i ragazzi che parlavano e mi interessavo sempre di più.”
Gianluca è la persona che ha rivoluzionato la vita di Mamadou. È la persona che l’ha saputo spronare a cambiare vita, che ha capito che il vero talento di Mamadou era quello di prendersi cura degli altri. Tra loro si è instaurato un rapporto così stretto e fraterno che un giorno Gianluca ha chiesto a Mamadou di fargli da testimone di nozze.
“Poi un giorno ho conosciuto Gianluca.”
Gianluca è la persona che ha rivoluzionato la vita di Mamadou. È la persona che l’ha saputo spronare a cambiare vita, che ha capito che il vero talento di Mamadou era quello di prendersi cura degli altri. Tra loro si è instaurato un rapporto così stretto e fraterno che un giorno Gianluca ha chiesto a Mamadou di fargli da testimone di nozze.
“Poi un giorno conobbi Gianluca.”
In quel periodo Mamadou ottiene il permesso di soggiorno e, intanto, partecipa alla vita associativa.
“Mi ricordo ancora della prima manifestazione alla quale ho partecipato.
Sono rimasto per tre giorni consecutivi a Roma.”
In quel periodo Mamadou ottiene il permesso di soggiorno e, intanto, partecipa alla vita associativa.
“Mi ricordo ancora della prima manifestazione alla quale ho partecipato.
Sono rimasto lì per tre giorni consecutivi a Roma.”
Mamadou diventa un vero e proprio attivista, e nel mentre la sua nuova vita prende forma: svolge un periodo di volontariato come mediatore culturale, diventa portavoce in questura per i migranti, viene assunto come operatore in un progetto d’accoglienza…
“Mi sono appassionata alla causa e ho iniziato a lottare.”
Mamadou diventa un vero e proprio attivista, e nel mentre la sua nuova vita prende forma: svolge un periodo di volontariato come mediatore culturale, diventa portavoce in questura per i migranti, viene assunto come operatore in un progetto d’accoglienza…
“Mi sono appassionata alla causa e ho iniziato a lottare.”
Mamadou lavora come operatore e mediatore culturale in un Centro SIPROIMI di Caserta. Ama il suo lavoro e quello che fa per aiutare ragazzi e ragazze che hanno un passato simile al suo.
“Mentre cambiavo il percorso della vita di tante persone, è cambiata anche la mia vita.”
Mamadou lavora come operatore e mediatore culturale in un Centro SIPROIMI di Caserta. Ama il suo lavoro e quello che fa per aiutare ragazzi e ragazze che hanno un passato simile al suo.
“Mentre cambiavo il percorso della vita di tante persone, è cambiata anche la mia vita.”
Al lavoro conosce sua moglie, una ragazza campana con cui si sposa poco tempo dopo. Il loro viaggio di nozze è in CostaD’Avorio, dove Mamadou rincontra parte della sua famiglia. Oggi Maria Rita e Mamadou hanno anche una figlia
“Mia figlia si chiama Agelle Amy e ha 2 anni.”
Al lavoro conosce sua moglie, una ragazza campana con cui si sposa poco tempo dopo. Il loro viaggio di nozze è in Costa D’Avorio, dove Mamadou rincontra parte della sua famiglia. Oggi Maria Rita e Mamadou hanno anche una figlia.
“Mia figlia si chiama Agelle Amy e ha 2 anni.”
Lo sport non ha mai smesso di appassionare Mamadou. Ne riconosce il valore, lo spirito di condivisione e di aiuto reciproco, forse i veri pilastri dell’integrazione. Insieme a un collega ha fondato una squadra di Basket, composta da italiani e stranieri, attiva ancora oggi.
“Oggi insegno ai miei fratelli l’importanza dell’autonomia.”
Lo sport non ha mai smesso di appassionare Mamadou. Ne riconosce il valore, lo spirito di condivisione e di aiuto reciproco, forse i veri pilastri dell’integrazione. Insieme a un collega ha fondato una squadra di Basket, composta da italiani e stranieri, attiva ancora oggi.
“Oggi insegno ai miei fratelli l’importanza dell’autonomia.”